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VOLEVO CONOSCERE RINO GAETANO

2021-06-09 19:45

Stefania De Ruvo

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VOLEVO CONOSCERE RINO GAETANO

Omaggio al menestrello dissidente. Monologhi con inserimento di musicheIn atto unico per un attore … alla volta!!

“VOLEVO CONOSCERE RINO GAETANO”

(Omaggio al menestrello dissidente)

Monologhi con inserimento di musiche

In atto unico per un attore … alla volta!!

COD SIAE 944423A

 

Quarant’anni fa, nel 1981, ci lasciava Rino Gaetano che si era distinto per un approccio unico e personale alla canzone. Il suo uso della parola era svincolato da un significato di immediata comprensione; con giochi di rime ed elenchi di immagini ha raccontato la realtà quotidiana e l’ambiente sociale e politico degli anni ‘70.

Presentare uno spettacolo su Rino Gaetano, mantenendone lo spirito, non poteva essere certo lineare e didascalico. Da questa riflessione nasce “Volevo conoscere Rino Gaetano”, spettacolo composto da quadri; immagini rapidissime come un almanacco o sottolineate da un monologo o un momento di teatro di narrazione. Prenderanno vita alcuni dei personaggi creati da Rino Gaetano nelle sue canzoni, verranno trattati alcuni degli argomenti preferiti del cantautore e presentati eventi degli anni ’70 visti dalla parte della gente comune. Il “fil rouge” che legherà tutto sono gli anni che vanno dalla sua nascita nel 1950 alla sua morte, soffermandoci particolarmente sugli anni della sua carriera musicale.

Successione di monologhi da interpretare da un solo attore o da tanti in successione.

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Con i monologhi:

"Era solo RIno"

"L'operaio della Fiat (la 1100)"

"Agapito Malteni il ferroviere"

"I consigli di un padre (Ok papà)"

"L'assemblea e le stesse"

"Sbrigati"

"Oualid e il caporale"

 

TRAMA

Legati dagli almanacchi degli anni e dalle canzoni di Rino Gaentano, ecco la successione dei monologhi legati agli eventi del periodo.

“Era solo Rino” è il racconto della sua vita e della sua carriera, frazionato in più parti nello spettacolo; dall’infanzia alla prematura morte per l’incidente stradale, passando per la gavetta al Folkstudio e il successo Sanremese.

“Agalpito Malteni il ferroviere” parla di emigrazione. Il personaggio della canzone prende vita e racconta dell’emigrazione dai paesi del sud, in questo caso dalla campagna pugliese, verso le città industrializzate. Un commovente atto di amore e ribellione per il Sud.

“I consigli di un padre” parte dalla canzone “Ok papà” per rappresentare lo scontro generazionale mai così acceso come in quel periodo, nella parole ipotetiche del padre di Rino, confrontando due generazioni e due modi di essere padre.

“L’assemblea e le stelle”, la rivolta studentesca raccontata dagli occhi di un improbabile studente. Partendo dallo sbarco sulla luna e da uno sguardo al cielo, sgombro dalla paura della guerra, si arriva ad un confronto con dei quasi coetanei che protestano negli atenei, mettendo in evidenza come le distanze siano più ampie di quello che appaiono, come le stelle che sembrano a portata di mano ma sono irraggiungibili.

“Sbrigati”, gli anni di piombo raccontati dalla parte di un attentatore poco convinto e della sua vittima. Un racconto veloce e feroce come quegli anni. Un piano, una prova da eseguire, una pistola puntata e una implorazione “sbrigati”.

“L’operaio della Fiat (la 1100)” dalla omonima canzone uno spaccato della realtà operaia degli anni ’70 e lo scontro tra lavoratori e protestanti. La vita in catena di montaggio, la voglia di divertirsi con gli amici, presentati in maniera molto divertente e l’amore per una ragazza si scontra con le proteste che dovrebbero essere dalla parte degli operai ma che, almeno in questo caso, lo colpiscono “bruciando” in un momento i sacrifici di una vita.

“Oualid e il caporale”, ispirato a “Fabricando case” è il racconto dell’interrogatorio di un caporale, arrestato dopo l’incidente in cantiere dell’operaio Oualid, immigrato clandestino e lavoratore sfruttato. Prendendo spunto e frasi della canzone emerge uno spaccato di corruzione e abitudini non proprio legali.